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Rispondiamo pubblicamente alle richieste di ospitare Orsi del Trentino

Ente Parchi Alpi Cozie

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Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno 2023, l’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie ha ricevuto dall’associazione Rispetto per tutti gli animali e da un’ampia rappresentanza di cittadini la richiesta di ospitare all’interno del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand «almeno una coppia di orsi del Trentino» come si legge nelle lettere giunte per via ufficiale. Si tratta di una sollecitazione legittima, seppur generica, che richiede una risposta trasparente da parte dell’Ente Parco che, in qualità di pubblica amministrazione, intende diffondere la propria posizione in merito alla questione.

«La vicenda degli orsi del Trentino – rispondono Alberto Valfrè e Luca Marello, rispettivamente presidente e direttore delle Aree protette delle Alpi Cozie – risulta particolarmente complessa ed occorre sia valutata, da parte di tutti gli Enti preposti, con serietà e rigore sia dal punto di vista tecnico-scientifico che gestionale poiché si ritiene che la trattazione di tale problematica vada oltre l’amore e il rispetto per il singolo animale avendo chiare ripercussioni sia a livello di ecosistema che nell’ambito del rapporto con le attività umane».

Innanzitutto si devono considerare gli aspetti legislativi, prosegue il documento di Valfrè e Marello, poiché «in tutto l’arco alpino centro meridionale del Piemonte l’orso non è una specie presente, quindi la sua immissione può configurarsi tra le attività vietate dalla L. 394/91 e dalla legge regionale n.19/2009 in materia di aree protette e biodiversità. In ogni caso, anche fosse fattibile dal punto di vista normativo, la reintroduzione di specie animali non presenti sul territorio sarebbe soggetta a protocolli e iter amministrativi particolarmente articolati, lunghi e complessi, stante la necessità di coinvolgimento di vari Enti tra cui, certamente, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), la Regione Piemonte e la Città Metropolitana di Torino».

Le considerazioni di carattere tecnico-scientifico portano a sottolineare che «l’introduzione di una specie come l’orso sicuramente avrebbe impatti sul territorio, sia a livello ecosistemico che nel rapporto con le attività umane. A livello di habitat, gli orsi hanno necessità di areali molto vasti, difficilmente paragonabili all’estensione di un Parco naturale come il Gran Bosco di Salbertrand senza contare il fatto che tutte le aree protette gestite da questo Ente sono ambienti montani e alpini i cui confini possono essere definiti cartograficamente ma, ovviamente, non recintati o limitati in qualche modo. Questo aspetto, oltre ad implicare la necessità di coinvolgimento di tutti gli attori territoriali presenti, diventerebbe certamente un problema sia per l’orso che per l’uomo essendo presenti molte infrastrutture ed aree antropizzate».

«Per le ragioni finora espresse – concludono Valfrè e Marello – nonché per la non idoneità delle aree gestite, di concerto tra gli Organi di indirizzo politico-amministrativo dell’Ente e la sua dirigenza gestionale, si comunica l’impossibilità ad accogliere la richiesta di ospitare gli orsi del Trentino all’interno del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand e delle altre aree protette cui l’Ente è deputato alla gestione».

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